— 28 ottobre 2015 16:11

THE CHARLATANS

Per più di due decenni The Charlatans sono stati una forte fonte di ispirazione per il British Rock.  Hanno  celebrato quest’anno il loro ventesimo anniversario con alcuni concerti davvero speciali ed emozionanti , oggi,  così come ai tempi di quando  sfondarono con l’immortale ‘The Only One I Know’ , sono seguiti da  nuove generazioni e dai fans di sempre.
Radicata nel  Midlands e nord Ovest dell’Inghilterra, la band continua a trasudare energia positiva, infatti, la solida line-up di  Martin Blunt (basso), Jon Brookes (batteria), Tim Burgess (voce), Mark Collins (chitarra) e Tony Rogers (tastiere) ha sempre creato una musica brillante  – innumerevoli singoli diventati poi classici del Brit Rock,  pieni di classe e melodia e un’invidiabile catalogo di album, ognuno  diverso dall’altro ma sempre con un sound travolgente e creativo.
A festeggiare una carriera ventennale, a due anni di distanza dal loro ultimo lavoro “You Cross My Path”, The Charlatans pubblicano un nuovo album, ‘Who We Touch’, il quale deve certamente collocarsi tra le loro più coraggiose  uscite: un viaggio sentimentale attraverso stati d’animo altalenanti e profondi, passando da momenti più oscuri a quelli di pazza gioia che si concludono in un beato ottimismo.
“Non vogliamo fare qualcosa che è già stato fatto prima” dichiara Tim, “Bisogna iniziare da una pagina bianca.”
Nel 2008 con ‘You Cross My Path’, The Charlatans hanno avuto la brillante e  innovativa idea di distribuire i loro ultimi lavori gratuitamente su internet. Questo ha rinnovato l’ amore del pubblico per loro, approcciando al successivo disco con un fresco impeto.
“Eravamo in tour in America alla fine della scorsa estate” afferma Mark “quando Jon si fece male ad una spalla e così abbiamo dovuto interrompere il tour. Invece di sedersi ad oziare abbiamo deciso di darci da fare scrivendo alcune canzoni.”
In passato, il cuore del loro team di scrittura – Tim Mark e Tony Rogers –  generalmente si riuniva a casa di qualcuno per scrivere insieme. Questa volta, invece, hanno iniziato a scrivere separatamente  trincerandosi  in se stessi per 12 intense settimane, prima di entrare in studio a Dicembre.
In giugno Tim si occupò di  una giornata del Festival all’ isola di Wight. La sua Line up, in uno spazio della capacità di 10.000 persone,  si distinse per la presenza di giovani band:  The Horrors, Hatcham Social e  The Pains Of Being Pure At Heart – con cui  Tim ha stretto un raro accordo generazionale e The Charlatans stessi sono stati headliner lo stesso giorno .
Per i più giovani Tim è un’icona, certamente uno dei più importanti  e cool cantanti britannici. Per Tim, il contatto con la loro giovane energia è stato contagioso , e gli ha fatto ricordare che l’età non è nulla se non una cornice mentale.
Mentre Mark e Tony scrivevano musica nelle loro rispettive case a Manchester e in Irlanda, Tim lavorò duramente nella sua casa adottiva a Los Angeles.
Presto decisero di contattare Youth, il quale ha lavorato come produttore per  artisti come Paul McCartney e Primal Scream, The Verve, Dido e The Drum Club. Decisero di sperimentare le loro prime bozze di canzoni nel loro Big Mushroom studio nel Cheshire.
“Abbiamo detto a Youth che volevamo che il nuovo album avesse il suono di un inverno europeo” dice Tim,  “con quel fresco e croccante sound che si può trovare solo nei dischi Inglesi, ma che avesse anche qualcosa di coraggioso, di larga portata, per mettere in gioco se stessi, come in un vero e proprio nuovo viaggio.”
Nel libro di  Joseph Campbell, l’autore parla di eroi di mitiche saghe che passano attraverso avventure ed esperienze per emergere alla fine con maggiore forza e saggezza. Così è stata la nascita di ‘Who We Touch’.
E’ stato un lungo percorso  dall’album  ‘Some Friendly’ e la sua famosa hit  ‘The Only One I Know’. Formatisi un anno prima su iniziativa di Formed a year  Martin Blunt, essi finirono immediatamente sotto i riflettori.
“Avevamo davvero qualcosa di speciale insieme” Dice Martina “Erano tempi davvero eccitanti”. “Eravamo piuttosto nervosi dopo il successo del primo disco” ammette Burgess “così ne facemmo un altro immediatamente”
Entrambi i succesivi due album  ‘The Charlatans’ e ‘Telling Stories’ scalarono le classifiche  UK, e  consacrarono la band come campione dell’era Britpop proprio mentre Rob Collins morì in un drammatico  incidente automobilistico.
Esistenzialmente , culturalmente, commercialmente, ‘Who We Touch’ è un grande album. Si possono ascoltare in esso echi ed omaggi che riflettono la musica delle band a loro più care  – The Stooges, nel riff di  ‘Love Is Ending’’; The Byrds nell’assolo di  Mark Collins in ‘My Foolish Pride’; etc etc – ma essi sono ancora chiaramente loro stessi, solo rimodellati, reimmaginati e re energizzati.
In quel contesto , sempre con grande fiducia nel futuro, la band ha recentemente dato uno sguardo al passato: per 4 trionfanti notti in maggio, hanno celebrato il ventesimo anniversario di  ‘Some Friendly’, ridando aria al loro amato album  aggiungendo alcuni singoli e b-sides di quei tempi.
I concerti a   Blackpool, Glasgow e London andarono sold out molti mesi prima e mostrarono scene di grande euforia di pubblico. Al Primavera festival in Spagna , fecero un grande ritorno di fronte a 60.000 persone.
Ora dopo questo salto nel passato, si continua a guardare avanti.
L’album ‘Who We Touch’ in uscita a settembre per la Cooking Vinyl/Edel è stato anticipato dal singolo ‘Love is ending’  il 2 agosto, accompagnato da un video diretto da Dauglas Hart dei Jesus and Mary Chain’s, il quale sembra aver cercato qualcosa di semplice ma nel contempo affascinante per esaltare l’energia del pezzo e nel quale Tim Burgess sembra aver optato per un look molto 90s.
L’album contiene anche una traccia nascosta intitolata ‘I sing the Body Electric’ che vede la partecipazione di Penny Rimbauld storica voce dei Crass.

www.thecharlatans.net

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